Giuseppe Arnaboldi Riva ha scritto cinque libri ed altrettanti con la moglie, Annunciata Beretta, per fare conoscere la storia dolorosa, ma spiritualmente esaltante di Adelaide Roncalli, «chiamata e preparata dai piccoli martiri a salire il Calvario per compiere la Missione Eucaristica», come si legge nel preludio del suo ultimo testo “Piccola martire” (Etabeta, pp. 286, € 16,50).
Quella di Adelaide Roncalli (1937-2014) – che il 26 Aprile 2011, in udienza da papa Benedetto XVI, si sentirà dalla sua voce chiedere scusa a nome della Chiesa – è una storia intrisa di maltrattamenti, sofferenze, umiliazioni e pesanti accuse per farla recedere dall’ammissione di avere avuto messaggi dalla Madonna.
Il sito www.lalucedighiaie.it sintetizza molto bene quanto documentato nei loro libri dai coniugi Riva.
Nel 1944, al Torchio, frazione delle Ghiaie di Bonate Sopra (Bergamo), abitava la famiglia Roncalli composta da un figlio Luigi e da sette figlie: Caterina, Vittoria, Maria, Adelaide, Palmira, Annunziata e Romana (e Federica morta in tenera età). Papà Enrico aveva rinunciato alla vita del contadino e prestava servizio come operaio in uno stabilimento locale. La mamma Anna Gamba, casalinga, doveva crescere con pazienza certosina la numerosa prole.
Adelaide aveva allora sette anni. Era nata il 23 Aprile 1937 alle ore 11 al Torchio e battezzata il 25 Aprile dal parroco Don Cesare Vitale. Frequentava la classe prima elementare; era una bambina comune, piena di salute e di vivacità.
Nulla faceva presagire fino a quel pomeriggio del 13 Maggio 1944 quando le apparve la Sacra Famiglia, che il suo nome avrebbe varcato non solo i confini d’Italia, ma quelli d’Europa.
Mentre il mondo bruciava tra le fiamme dell’odio e delle armi e la guerra sembrava non finire mai, la Madonna, madre di unità e regina della pace, scelse una fanciulla di Bonate, Adelaide Roncalli, per lanciare i suoi messaggi al mondo. Le apparve per tredici giorni in due cicli: il primo dal 13 al 21 Maggio, il secondo dal 28 al 31 Maggio.
La Madonna le predisse: “Soffrirai molto, ma non piangere perché dopo verrai con me in paradiso. In questa valle di veri dolori sarai una piccola martire…”. Ma Adelaide era troppo bambina per valutare subito la gravità di queste parole. Dopo le apparizioni, fu isolata, intimorita, spaventata e tormentata psicologicamente, tanto che alla fine qualcuno, il 15 Settembre 1945, riuscì a strapparle uno scritto di ritrattazione che peserà come un macigno sul processo di riconoscimento delle apparizioni.
Il 12 Luglio 1946, smentì la ritrattazione che le era stata dettata, riaffermando per iscritto la veridicità delle apparizioni, ma purtroppo non ebbe l’esito sperato poiché il 30 Aprile 1948, il vescovo di Bergamo mons. Bernareggi emise il decreto di “non consta” proibendo ogni forma di devozione alla Madonna, venerata come apparsa a Ghiaie di Bonate.
Spostata di qua e di là, contro il suo volere e all’insaputa dei suoi genitori, contrastata, derisa e calunniata, Adelaide portò la sua croce, lontano da casa.
Al compimento del suo quindicesimo anno, ottenne dal vescovo di entrare tra le suore Sacramentine di Bergamo. Morto il vescovo, qualcuno riuscì a strappare l’ordine di farla uscire dal convento costringendola a rinunciare al disegno vocazionale che Maria aveva manifestato su di lei. Questa rinunzia le portò molta sofferenza e le costò una lunga malattia.
Qualunque adolescente sarebbe uscita distrutta da una vicenda come la sua, ma Adelaide era forte e si riprese. Stanca di aspettare che le si riaprisse la porta del convento, decise di sposarsi ed andò a vivere a Milano dove si dedicò con sacrificio alla cura degli ammalati. Passarono gli anni e Adelaide rimase chiusa nel silenzio impostole dai superiori.
Finalmente, avvalendosi dei decreti del Concilio Vaticano II in materia di diritto all’informazione, Adelaide si sentì sgravata dalle proibizioni che le erano state imposte e decise di riaffermare solennemente e ufficialmente, davanti a notaio, la veridicità delle apparizioni.
Ora, Adelaide Roncalli, la veggente di Ghiaie, non c’è più. Colpita da un male incurabile, si è spenta alle tre di domenica mattina 24 Agosto 2014. Ha vissuto nell’assoluto riserbo, lontana dai riflettori, in obbedienza alla Chiesa e soprattutto senza rancori per coloro che le hanno inflitto dolori e grandi dispiaceri.
In quest’ennesimo libro Arnaboldi Riva rilegge l’intera vicenda della piccola veggente che, creduta o meno, ha comunque lasciato un messaggio, in anni non sospetti, sui pericoli in cui la famiglia sarebbe incorsa se non adeguatamente protetta e sostenuta.
Il messaggio mariano di Ghiaie di Bonate è rivolto all’unità famigliare e ai benefici che traggono tanti giovani dall’esempio di genitori affettivamente legati l’uno all’altra.
L’Autore rende giustizia ad una bambina che, diventata donna, ha accettato la sofferenza pur di rimanere fedele a quanto raccomandatole dalla Vergine. Non stupisce se atei e agnostici non diano credito alla vicenda di Adelaide Roncalli perché anche eminenti prelati cattolici hanno condiviso (e condividono) la medesima opinione.
Arnaboldi Riva e noi con lui sentiamo il conforto della presa di posizione di un uomo di profonda spiritualità come Papa Ratzingher, che non ha esitato a riconoscere la virtuosa vita della piccola veggente bergamasca.